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VBCOROSEI

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CAMPIONATO di 2^ DIVISIONE FEMMINILE  2017/2018
                                                       
565      07/01/18       18,00   Galtellì VBCMIAN   POL. GAVOI
  571      21/01/18         18,00   Nuoro       PVN         VBCMIAN
576      27/01/18         18,00   Galtellì       VBCMIAN   MELE 
578      04/02/18         16,00   Dorgali   DORGALI  VBCMIAN
581      11/02/18         18,00   Galtellì VBCMIAN  BORTIGALI
585      17/02/18         18,30   Bitti         BITTI       VBCMIAN
586      24/02/18         18,00   Gavoi  POL.GAVOI  VBCMIAN
592      10/03/18         18,00   Galtellì   VBCMIAN         PVN
597      18/03/18         11,00   Nuoro      MELE     VBCMIAN
599      24/03/18         18,00   Galtellì  VBCMIAN DORGALI
602      08/04/18         18,00Bortigali BORTIGALI VBCMIAN
606      14/04/18         18,00   Galtellì     VBCMIAN    BITTI
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Sii il meglio di qualsiasi cosa tu sia”

 Se non puoi esser pino in cima alla collina, sii pruno nella valle, ma sii sempre il più bel cespuglietto accanto al ruscello;

 se non puoi esser albero sii cespuglio. Se non puoi esser cespuglio, sii dell'erba e abbellisci come puoi la strada maestra;

se non puoi esser muschio, sii alga, ma l'alga più graziosa del laghetto, se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico: ma il persico più vivace del lago!

 Non possiamo far tutti il comandante, altrimenti la ciurma chi la fa? C’è qualcosa da fare per tutti. Ci sono lavori grossi e altri meno e ciascuno deve scegliersi il più adatto.

Se non puoi esser strada, sii sentiero, se non puoi esser sole, sii una stella;

vincere o perdere non ha a che vedere con la grandezza ma bisogna essere al meglio quello che si è…

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Le aspettative dei genitori
I genitori sono spesso concentrati sui voti e in genere sulle misurazioni. E trascurano a volte il benessere scolastico dei figli o, in casi più gravi, lo sacrificano essi stessi, chiedendo loro sempre di più o comunque chiedendo loro ciò che non possono dare.Dimenticano invece che la scuola ha un ruolo di aiuto nella crescita non tanto e non solo in termini di istruzione. L'istruzione è solo una delle componenti.I genitori si dividono, con le dovute eccezioni, tra quelli troppo pro-figlio e quelli troppo contro-figlio (ma anche pro-voti alti, pro-successo scolastico).I genitori il più delle volte si limitano a chiedere alla scuola che faccia studiare i figli e ai figli di studiare al massimo. Chiedere ai figli di impegnarsi al massimo nello studio non sarebbe negativo se questo impegno non fosse poi valutato solo in termini di voti ricevuti.I genitori si chiedono se i figli hanno delle passioni, qualcosa che realmente li appassiona, o si limitano a seguire le istruzioni? E ancora più raramente si chiedono se i ragazzi hanno delle difficoltà o sono disposti ad accettare l'idea che abbiano delle difficoltà.Solitamente il problema maggiore per i genitori è quello di come stimolare i figli a studiare, ma crescere non è solo accumulare una sfilza di otto. E non è necessariamente quello il solo fattore positivo


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Rispetto e riconoscenza ”
Le difficoltà ed i problemi ,esistono . Se ne risolvono alcuni, se ne creano altri,
ma ne vale la pena?” , perché tutti questi problemi per qualcosa che alla fine dovrebbe essere solo qualcosa di bello?”.
Due valori sono fondamentali nella vita e nello sport. Ed anzi è proprio nello sport dove questi valori, vengono (o dovrebbero venire)  fuori in maniera ancora più evidente.
Il primo è senza alcun dubbio il rispetto. E’ una parola importante, particolare, spesso abusata, senza capirne fino in fondo il significato che ha. E’ uno degli aspetti che si è perso maggiormente nella società moderna, soprattutto nell’età “adolescenziale”.
Il rispetto dovrebbe essere qualcosa che viene dall’interno, un qualcosa che si da a qualcuno “per tutto quello che è, che fa” non solo per quello che è stato. In maniera incondizionata.
Abbiamo spesso di fianco o di fronte a noi, persone che sono dei “modelli” per quello che sono e rappresentano. Quasi mai però diamo loro la giusta importanza, il giusto peso, il giusto rispetto. Anzi, lo attribuiamo a persone dello spettacolo, sport che per noi non hanno fatto nulla.  Si finisce quindi per ricevere molto meno di quello che in realtà ti stanno dando, perché si è superficiali fino ad arrivare anche ad una sorta di irritante ingratitudine.
Nelle squadre sportivo questi aspetti sono molto frequenti. Si passano anni, stagioni,insieme a persone in tutti i ruoli possibili; dagli allenatori, ai dirigenti fino ai propri compagni.
Partendo dai compagni  il rispetto dovrebbe essere automatico. Alla fine sono persone che condividono interessi, obiettivi sogni e ci permettono di fare quello che vogliamo  fare. Sono una “copia” di noi stessi. Eppure anche per loro il rispetto non esiste.
Gli allenatori, che sono li ogni giorno per noi.Spesso ci aiutano, consigliano anche su aspetti che non gli competono e fanno spesso quello che fanno, non perché vengono pagati X o Y, ma perché comunque credono nei propri atleti.
I dirigenti, quelli che ci permettono di fare tutto. Che ci danno i mezzi e gli strumenti per fare quello che amiamo e i quali spesso sono quasi dei perfetti sconosciuti.
Se ci si pensa, con tutti loro si condividono fatiche, gioie, vittorie sconfitte.
Eppure tutto questo non basta.
Quest’anno abbiamo voluto improntare il discorso “pre stagione” proprio sul concetto di rispetto.
Rispetto per i compagni, per la società e per l’allenatore,convinti, che le parole, la comunicazione verbale e non verbale, abbiano il loro peso. Peso che dovrebbe  portare , tempo permettendo, ad un risultato. L’importante è avere coscienza e volontà di ascoltare e di credere a quello che viene detto.
Ogni tanto ci si dovrebbe fermare e pensare un attimo a chi effettivamente è importante. A chi effettivamente ha avuto una influenza positiva nella propria crescita. Persone che ci  sono sempre, tutti i giorni, che non ci negano mai un momento un attimo.
Quanto rispetto abbiamo nei loro confronti? Quanta gratitudine abbiamo? Forse abbiamo quasi più rispetto e “ammirazione” di persone, quasi sconosciute.
Si pensa sempre che gli altri sono migliori, che il “vicino” è più bravo, bello. Assenza totale di riconoscenza. La parola grazie, credo che in certi momenti ed in certe situazioni abbia veramente un valore incredibile.
 Tanti e tanti sono i ragazzi/e che più o meno bene abbiamo allenato e seguito. Possiamo contarne almeno 1000 se non di più. Ebbene di tutti questi/e, finora solo pochi ci hanno ringraziato. Non facciamo quello che facciamo per collezionare “grazie” o gratitudine. Questi devono essere gesti spontanei e consapevoli.
Non abbiamo neanche la pretesa di aver  trasmesso qualcosa a tutti, di avere in qualche modo, formato ,la personalità di nessuno. Però alla fine se  ci fermiamo un secondo a pensare diciamo:
“Bè, ma alla fine, lavoriamo con ragazzi, tutti i giorni. Passiamo più tempo con loro che con altri. Influenzeremo in qualche modo, il loro carattere, la loro personalità. Possibile che nessuno, alla fine, abbia questa consapevolezza? Anche la semplice consapevolezza di dire
siete  stati dei pirla”.
E’ questa indifferenza, ci lascia perplessi, e spesso ci porta a dire: “ma perché alla fine ci sbattiamo così tanto?”.


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Il numero perfetto
Come sempre il giusto / sbagliato è sempre opinabile.
Le cose “facoltative” non sono mai apprezzate.
 
 
 
Qual è il numero perfetto di allenamenti? 2/3/4/5 settimanali ?
Prendendo  in considerazione quelli che sono gli aspetti “economici” e “logistici” relativi agli allenamenti, il numero perfetto è lo 0.
Dal punto di vista sportivo  il numero di allenamenti e la durata degli stessi si può tranquillamente dividere in 2 classi:
Amatoriale e Agonistica
Avendo finalità diverse, anche l’impegno richiesto deve essere diverso.
Innanzitutto, bisogna avere chiaro i valori , che grazie allo sport , si vogliono trasmettere a chi si dedica a questa attività. Se da un lato (società – allenatore) .l’attenzione è spostata sull’aspetto competitivo, dal punto di vista del genitore, l’attenzione deve essere spostata su quello formativo; infine dal punto di vista dell’atleta, l’attenzione deve essere incentrata sul divertimento.
Spesso questi punti di vista si mischiano e si hanno così comportamenti sbagliati:
 
Genitore 1 –> Attenzione sulla competizione: esaspera il figlio, sovraccaricandolo a tal punto da portare all’esasperazione per quello sport …. Risultato= abbandono precoce
Genitore 2 –> Attenzione sul divertimento: ritiene l’attività puro svago, per cui non trasmette l’importanza per l’attività che svolge il figlio –> la frequenza diventa saltuaria perché dipendente da tutti gli altri impegni e anche l’atleta non ritiene importante quello che sta facendo… Risultato= abbandono precoce
 
Allenatore 1 –> Attenzione sul divertimento: l’allenatore non riesce a trasmettere la giusta serietà, trasformando la squadra in un centro ricreativo –> atleta non impara e non migliora secondo le proprie potenzialità… Risultato= abbandono precoce
 
Allenatore  2–>Attenzione dal punto di vista formativo: l’allenatore rischia di entrare nella sfera che compete al genitore, entrando in conflitto con l’educazione della famiglia. –> Insorgono conflitti tra allenatore e genitore… risultato=il genitore “porta via” il figlio.
 
Atleta 1–> Attenzione sull’aspetto competitivo: atleta si brucia troppo velocemente e arriva agli appuntamenti importanti “troppo” carico, rischiando di fallirli tutti dal punto di vista mentale. –> Fallire gli appuntamenti importanti diminuisce la stima personale..risultato =abbandono conseguente.
 
Atleta 2–> Attenzione sull’aspetto formativo: atleta che difficilmente si integra con il resto della squadra, perché non capisce l’aspetto goliardico dello spogliatoio. –> A parte il momento “allenamento” nel momento spogliatoio si trova a disagio…risultato= abbandono  alla lunga.
 
E’ chiaro che in tutti i tre gli attori, questi tre aspetti devono essere presenti, con percentuali diverse a seconda del ruolo.
Fatte queste premesse, il numero di  allenamenti per un sport  sono fondamentali per le seguenti motivazioni:
1) Si da la giusta importanza all’attività svolta. La squadra, la società, i compagni devono essere importanti come le componenti con le quali ad inizio anno si hanno assunto degli impegni. Non si può pretendere che un ragazzo reputi importante e riconosca delle responsabilità su un’attività mono settimanale.
2) Dal punto di vista fisico, un’attività fisica di poche ore settimanali è a malapena sufficiente per una corretta crescita dei ragazzi. Una volta si passavano ore in cortile, al campetto, all’oratorio a correre, giocare e muoversi. Ora  che tutto questo non viene più fatto, 2 ore  al giorno di attività  sarebbero il minimo per la salute dei ragazzi.
3) La quotidianità permette di rendere l’attività molto più varia, perché sono maggiori le proposte di allenamento a cui i ragazzi possono essere sottoposti. La noia è il maggior pericolo di abbandono di un’attività.
Queste motivazioni devono però essere supportate, per essere valide, da una convinzione sia di chi pratica lo sport (l’atleta), sia di chi porta l’atleta (il genitore), sia di chi lo allena. 


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L'allenatore
 
L'allenatore è una persona, e in quanto persona non può essere perfetto.
Ma prende continuamente decisioni affinché il suo team esprima il massimo del potenziale.
Spesso non ci dorme la notte per trovare soluzioni, per risolvere imprevisti, per pensare a come poter fare, e lavora ore e ore al giorno, anche più dei suoi atleti, per incastrare ogni pezzetto del puzzle al suo posto e assicurarsi che ogni cosa si svolga in maniera proficua. 
E lo fa pur sapendo che non potrà mai mettere d'accordo tutti!
 
L'allenatore si confronta con il suo staff, spesso anche con i suoi giocatori, ma poi è consapevole che essendo il leader, l'ultima parola spetta a lui. Quindi si assume la responsabilità, non cerca alibi, non cerca colpevoli in campo o fuori, ma educa i suoi giocatori all'autonomia, alla mentalità vincente, al lavoro duro.
 
Spesso è antipatico, severo, nervoso, ai limiti dell'incomprensibile.
Ma è il tuo allenatore e sappi che anche in quei momenti sta facendo del suo meglio.
Forse sta cercando una reazione, forse rompe un equilibrio per crearne uno di più forte, forse ti abitua alla pressione a cui il tuo avversario ti sottoporrà in gara, forse ti sta spingendo oltre quelli che tu consideravi dei limiti.
 
E fa male. A volte lo vorresti strozzare perché già tutto ti sembra complicato e hai una quantità pazzesca di cose da dover gestire... perché ci si mette anche lui?!
 
Perché lui è lì per questo.
Ti allena. Ti sfida. Il suo compito è quello di portarti ad un livello superiore.
Tecnico, Fisico, Mentale.
 
L'allenatore ha necessariamente un disegno più completo di quello del singolo atleta e vuole il bene della squadra.
Lavorerà sempre per ottenere il miglior risultato possibile.
Anche perché il culo è il suo.
 
Il tuo allenatore è una persona. Ricordatelo.
Il tuo allenatore, che tu ci creda o no sta dalla tua parte: esulta con te e piange con te. Magari di nascosto.
E sono certa che quando ti confronti con lui porti a casa sempre una lezione e un punto di vista che non avevi considerato.
 
Conviene fidarsi davvero, prendere il massimo che ti può dare e concentrarti solo a mettere grande intensità in ogni allenamento e gara.

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AUTOREVOLEZZA

È una qualità riconosciuta a chi dimostra di essere competente, consapevole e abile in un ambito definito, ma anche a chi dimostra saper coinvolgere e influenzarne il comportamento degli altri. L’autorevolezza non è implicita nell’autorità, ma può affiancarla dove chi ha l’autorità si dimostra capace e competenze e sa influenzare gli altri senza ricorrere ai poteri direttivi dell’autorità.La differenza tra autorità e autorevolezza è quella che esiste tra un capo e un leader. Il capo comanda, il leader influenza attraverso l’espressione di una serie di qualità che trasmettono agli altri una concreta percezione di competenza, capacità, controllo, comprensione, coscienza, efficacia, energia, capacità di decidere e molto altro.Per dimostrare la propria autorità è necessario dimostrare di possedere/ricoprire lo status sociale/aziendale relativo, mentre per dimostrare autorevolezza è necessario comunicare/interagire con gli altri e dimostrare costantemente le qualità che lo rendono un riferimento.Mentre l’autorità non richiede particolari abilità comunicative,l’autorevolezza richiede la comprensione e l’abilità di comunicare in modo efficace e coinvolgente. Quindi la capacità di ascoltare gli altri, di esprimere empatia e comprensione, di saper gestire i conflitti, di instaurare rapporti positivi e utili.

Quindi per ottenere autorevolezza agli occhi degli altri, è necessario:

1.     POSSEDERE COMPETENZE E MERITI

2.     DIMOSTRARLI COSTANTEMENTE

3.     COMUNICARLO NEL MODO PIÙ EFFICACE

In conclusione, mentre l’autorità si acquisisce con l’assunzione di uno status rilasciato di solito da un’autorità superiore , che si abbiano o meno capacità, meriti e competenze superiori, l’autorevolezza si ottiene dimostrando costantemente le proprie capacità e competenze attraverso la comunicazione e costruendo relazioni positive.










CAMPIONATO DI 2^ DIVISIONE FEMMINILE 2016-2017 GIRON
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Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.
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ALLESTIMENTO CAMPO ALLENAMENTO 2016/17


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I bambini si devono divertire quando fanno sport”,ma echiaro come si diverte un bambino? Ci sono molti genitori che pensano che il bambino si diverta quando fa le cose  ridendo I bambini non ridono ,quando si divertono giocando, sono serissimi. Se un bambino sta facendo una costruzione con i Lego è serissimo, perché lo vuole fare bene, si diverte se ci riesce, se non ci riesce non si diverte!
I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie. 
Il divertimento è ....una cosa seria
I genitori (e i preparatori) devono portare il bambino all’agonismo se, e solo se, il bambino è abbastanza maturo da non vivere come un dramma un eventuale insuccesso. Purtroppo, visto che la gran parte degli adulti non è preparata agli insuccessi nella vita (avendo un’autostima da risultato), i danni maggiori dello sport infantile si maturano in questo periodo, portando il bambino ormai adolescente ad abbandonare lo sport appena è abbastanza autosufficiente da decidere da sé. In Italia la scarsa pratica sportiva della fascia d’età fra i 20 e i 30 anni è sicuramente dovuta a una cattiva gestione dell’agonismo infantile
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La probabilità di un evento casuale può essere misurata  ?

Un evento è casuale se le cause che lo pr]]rnare. Un evento è certo se le cause che lo producono sono tutte controllate o governate
La probabilità matematica di un evento p(E) si esprime con un rapporto fra i casi favorevoli all'evento e tutti i casi possibili.Il valore del rapporto è sempre compreso tra 0 e 1. p(E)=0 significa evento impossibile. p(E)=1 significa,invece evento certo.Un evento è tanto più probabile quanto più la sua p(E) si avvicina ad 1.

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APPUNTAMENTI FINE SETTIMANA
SABATO 13/02
ORE 17/18
1a DIVISIONE FEMMINILE
VBC OROSEI vs BOLOTANESE
3-0
Regole per i Genitori 

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I genitori, nella condivisione degli obiettivi che asd si prefigge , in considerazione del loro ruolo di educatori e primi insegnanti delle regole di comportamento, nell’ottica di una crescita dei loro figli in un ambiente sano nel segno di una autentica cultura dello sport e dei suoi valori etici, in particolare dovrebbero impegnarsi a:
collaborare con la Società, i dirigenti e gli allenatori per favorire la creazione di un clima e di uno spirito di squadra positivo, supportando, la società sia nell’organizzazione dell’attività sportiva sia nell’organizzazione delle trasferte;
far vivere ai giovani atleti, un’ esperienza sportiva che li educhi ad una sana attività fisico-motoria anteponendo la salute ed il benessere psico-fisico ad ogni altra considerazione;
favorire nei processi educativi la cultura del fair play e della solidarietà nello sport; • evitare di suscitare e/o alimentare aspettative sproporzionate alle loro possibilità;
promuovere un’esperienza sportiva che sappia valorizzare le potenzialità dei propri figli nel rispetto delle loro esigenze primarie e dei loro bisogni particolari, propri dei naturali processi di crescita, evitando ogni forma di pressione anche psicologica e favorendo un equilibrato ed armonico sviluppo delle abilità psico-motorie;
mettere in risalto il piacere e la soddisfazione di praticare sport non esercitare pressioni indebite ;
apprezzare gli sforzi e le prestazioni degli atleti, anche degli avversari, ricordando che gli errori sono parte dello sport e del processo di apprendimento;
assumere, durante lo svolgimento delle competizioni, atteggiamenti e comportamenti coerenti affinché essi possano rappresentare un modello positivo da seguire per i propri figli;
rispettare le decisioni degli arbitri e non inveire contro di essi.
Regole per gli Spettatori 
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tifa per la tua squadra; non tifare contro gli avversari
non disturbare in occasione di gare, allenamenti, ed altre manifestazioni ed eventi
apprezza gli sforzi e le prestazioni, non i risultati
essere un buono sportivo: apprezza le buone giocate indipendentemente dal fatto che le abbiano realizzate la tua squadra o il tuo avversario
rispetta le decisioni degli arbitri e invita gli altri a fare lo stesso
non mettere in ridicolo o rimproverare un giocatore che commette un errore;
utilizza un linguaggio corretto:


 

 


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APPUNTAMENTI FINE SETTIMANA

DOMENICA 17/01
ORE 11.00 UNDER 16
VBC OROSEI vs SORGONO
3 - 0
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ORE 17.00 1a DIV FEMMINILE
VBC OROSEI vs VILLANOVESE
0 - 3
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0 - 3
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Fine settimana nero 
Sabato le ragazze della VBC OROSEI vengono strapazzate dal delta lanusei, per 3:0, ultima in classifica a  2 soli punti. Esordio deludente per i ragazzi della I° Divisione Maschile, che perdono per 3:0  in casa con  un buon Marrubiu , che dimostra un gioco di livello superiore al nostro, e sbaglia pochissimo, al contrario dei nostri ragazzi. Partita deludente, anche per la Under 16, che ospite del Macomer, perde  per 3:0. Le nostre  atlete vengono travolte dalla superiorità tecnica dell avversario, tentando un piccola reazione di orgoglio nel secondo set, ma senza raggiungere il risultato sperato. Unica certezza di questo brutto fine settimana è che tutte le nostre squadre devono fare un duro lavoro in palestra se vogliono combattere ad armi pari con gli avversari.

Qualche volta vorrei entrare nella vostra testa per provare il senso di vuoto assoluto!


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COMMENTO ESAGERATO
VBC Orosei – Delta Volley 0-3 (21/25 20/25  21/25)
Inizio d’anno positivo della prima divisione che sbanca il campo della VBC Orosei con un secco 3-0
Il rientro dalla vacanze di Natale può essere sempre un problema per la mancanza del ritmo dovuto allo stop di oltre due settimane, ma le ragazze guidate da Elisa Arras sono scese in campo decise di riscattare subito la sconfitta dell’ultima gara dell’anno e cercare di fare punti per raggiungere le prime posizioni.
La squadra è scesa in campo con Elisa Arras in regia e opposta Paola Serra, in banda Cecilia Arzu e Joanna  Puddu e al centro Martina Piroddi e Alessia Coda, il ruolo del libero, per esigenze tecniche, è stato affidato a Valeria Delussu.
Le ragazze in giallo/blu partono bene e con un buon servizio e pochi errori in attacco riescono a portarsi in vantaggio per poi gestire con tranquillità il set sino alla fine; gli ultimi punti cambio in posto quattro con Arzu che cede il posto a Giada Usai, che con un buon servizio e due belle difese permette di chiudere in tranquillità; il secondo set, inizia con qualche errore di troppo nella prima parte, tutti errori gratuiti che permettono alla VBC di allungare il passo, ma vengono subito riprese dalle ragazze del Delta, complice anche un buon turno di servizio di Martina Piroddi, sul finire del set ancora cambio in quattro per il Delta Volley, con Usai che subentra nuovamente ad Arzu.
Il terzo set vede le ragazze giallo/blu molto concentrate e serene, in quattro parte Giada Usai al posto di Arzu, le ragazze di Asoni, predono subito il largo e vanno a chiudere il set e la gara con tranquillità.
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1a Divisione Femminile
Vbcorosei vs Antes ogliastra
2 – 3
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Ma se io avessi previsto questo avrei fatto le stesse scelte ?
Dolce vittoria vs. Amara sconfitta
Si impara una riga da una vittoria e un libro da una sconfitta
 Cosa c’è di più bello del vincere? Non per niente si dice dolce vittoria e amara sconfitta… Fin da piccoli  ci hanno insegnato che bisogna giocare per il gusto di partecipare e divertirsi e non per vincere: siamo sicuri che questo sia positivo? Assolutamente no, perché porta alla formazione di generazioni di giovani mosci, senza competitività e con spirito di vita noncurante nei confronti della gravità del perdere. La concorrenza è il motore della vivacità di un paese e se il futuro appartiene a persone cui non importa vincere o perdere, dove si andrà a finire? Sicuramente si vivrà più rilassati, ma si arretrerà culturalmente ed economicamente… Questo non succede negli altri paesi, dove si incitano i bambini a diventare dei vincenti e delle persone di successo, a superare la mediocrità. Quando si vince bisogna sia gioire per la propria vittoria sia anche per aver primeggiato sugli altri. Il rispetto per il rivale è essenziale durante e dopo la gara, ma allo stesso tempo è indispensabile vederlo come nemico per riuscire a impartigli la sconfitta, però finita la gara in qualunque caso bisogna riconoscere il valore dell’avversario, complimentarsi con se stessi in qualche modo per l’impegno messo nella competizione e allo stesso tempo infondere nel rivale il desiderio di mettercela tutta per arrivare a vincere  la prossima volta.
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UNDER 16 FEMMINILE

SIRIO OROSEI vs VBC OROSEI
2 - 3
COMMENTO GARA
Cit.......................................
IPSE DIXIT: Si dovrà pur eccellere in qualcosa, sebbene possa essere considerato un vanto.... Che cavolo significa !!!!!!!, ma d'altronde , da chi ha fatto  sua  la frase 
"  60 non fa paura ,100 non fa cultura ", non potevamo aspettarci niente di meglio.                                        

            C’è una storia dietro ogni persona.                                
C’è una ragione per cui loro sono quel che sono.                         Loro non sono così solo perché lo vogliono.              
Qualcosa nel passato li ha resi tali ed è impossibile cambiarli.”

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mistero.jpg1° Divisione Femminile

VBC OROSEI vs POLISPORTIVA GONONE                                3 - 0                                              La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché!Albus_Silente.jpg

UNDER 16 FEMMINILE

VBC OROSEI vs VBC MACOMER

7/25…10/25…21/25

COMMENTO GARA

“Expecto patronum” …… ”Expelliarmus” ………. “Wingardium Leviosa” ….. Avremmo potuto ricorrere a questi incantesimi usati da Harry Potter & Co… per far nostro il match ma la bacchetta di sambuco del  mago Albus Gipo Silente ha preferito altri tipi di incantesimi e così durante la partita in tutta la palestra incantata si sentiva echeggiare … “Concentratus” …… “Giocatelus” …. “Palla schiacciatum” ….. e a ritmo di questi incantesimi  dal cappello di Hogwarts, è uscita una sconfitta e una prestazione iniziata male è finita peggio. Il primo set è iniziato male portandoci in pochi secondi sul  1-4 e come sotto un incantesimo del professor Severus, ci siamo ritrovati pietrificati  5-17. Dopo un breve richiamo verbale passato ad esorcizzare le ragazze, abbiamo concluso la prima parte  7-25. Il secondo set, perso per 10 a 25, è stato ancora più soporifero  e le distanze sono state sempre mantenute. Molti errori, battute sbagliate e qualche schiacciata errata ma nel complesso una buona organizzazione di gioco. Durante il set siamo ricorsi anche al “Cambium Giocatorem” ma neanche questo incantesimo è riuscito.La terza parte è come un film già visto e il set è stato perso 21 a 25 con una squadra quasi rivoluzionata cambiata ulteriormente durante il set.Bene … non ci resta che trovarci tutti al binario 9 e 3/4 e salire sull’Hogwarts Express sperando che  porti lontano in un viaggio pieno di magia e punti ,e se strada facendo incontreremo qualche “Spirito Mangiapunti”, speriamo che “ Albus Gipo Silente” sappia cosa fare ….



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ATTENZIONE ALLE  VARIAZIONI ORARI GARE
     
 Raduno Aperto Club Sardegna
Mercoledi 07 Ottobre alle ore 16.15 presso la palestra comunale di Galtellì, via Nazionale fianco Stadio, si svolgerà il 2° raduno aperto del CLUB SARDEGNA per atleti nati negli anni 2000,2001,2002 tesserati con le società dei comitati di Sassari, Nuoro, Olbia Tempio e Ogliastra. Sono invitati tutti gli allenatori, che potranno partecipare attivamente allo svolgimento della seduta di allenamento, previa comunicazione al selezionatore regionale Marco Gagliardi.
 



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ATLETE VBC/MIAN
Si porta a conoscenza di tutte le atlete che martedi 22  Settembre alle ore 18,30 nei locali della palestra comunale  in via Verdi  a Orosei, inizieranno gli allenamenti per il gruppo femminile.
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Sia chiaro, se non vi piacciono i nostri difetti ne abbiamo altri. Basta dirlo!!
 

"Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra."

Esodo 20,1-14


 
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Dentro di te c’è un campione e c’è un perdente.
C’è un angelo e c’è un demone.
C’è un eroe e c’è un furfante.
La domanda è: chi di loro avrà la meglio oggi?
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Rendiconto dei contributi straordinari

Adempimento: 
Per tutti i contributi straordinari assegnati da amministrazioni pubbliche è dovuta la presentazione del rendiconto all'amministrazione erogante entro sessanta giorni dal termine dell'esercizio finanziario relativo. 
Modalità: 
Il rendiconto, oltre alla dimostrazione contabile della spesa, documenta i risultati ottenuti in termini di efficienza ed efficacia dell'intervento. 
Il termine è perentorio. La sua inosservanza comporta l'obbligo di restituzione del contributo straordinario assegnato
Normativa di riferimento: 
D.lgs. 267/2000, art. 158

 

Un idealista è uno che, notando che una rosa odora meglio d'un cavolo, ne conclude che se ne possa cavare una minestra migliore.

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Se solo mettessimo  a frutto  il nostro potenziale,molte cose sarebbero possibili,ma di fatto non lo sono,poiche non appaiono sensate e ragionevoli dal punto di vista della nostra identita.Eppure la possibilità di volare,che non è ne sensata ne ragionevole dal punto di vista del bruco, lo è perfettamente da quello della farfalla.
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IL CORVO

Il corvo stava tronfio a guardare il mondo che passava 
Lisciandosi le penne sembrava più gonfio,consigli e parole a tutti dispensava
Sul ramo più alto si era accasato, nero e lucente a tratti saccente 
Vendeva parole per tutti a buon mercato credendosi un dio onnisciente
Un uomo passando udì quel ciarlare  così sgraziato e maleducato 
Si fermò perché voleva ascoltare cosa avesse da dire un essere così poco pacato 
Io da quassù diceva il corvo vedo il mondo ,parlo con le stelle e la luna ,assaporo il sole ne godo a tutto tondo. Nessuno può condividere la mia fortuna. Conosco la storia e la geografia 
Io so parlare volare e sognare ,quello che tocco diventa magia 
Guardatemi tutti orrendi animali, voi mi dovete adorare 

L’uomo aspettando il momento propizio estrasse silente una fionda piccina 
Prendendo la mira colpi il suo orifizio rompendo quel becco e la sua testolina
Cadendo dal ramo cercò di gridare per lo sdegno e l’affronto a lui arrecato provando ad aprire le ali e volare .Ma troppo tardi oramai era gia cascato
Il piede possente si poso sulla schiena crocchiando le ossa portaron la sera 
Con mani veloci e di gran lena una per una le piume si mise a contare
Ai piedi del tronco un corpo nudo giaceva ,da signore possente che lui si credeva 
Adesso non era soltanto che concio povero corvo pria si bello e ora malconcio 
Le piume si nere adesso ad ornare andavano fiere in testa ad un uomo che non sapeva contare.
MORALE

Se incontrerai qualcuno persuaso di sapere tutto e di essere capace di fare tutto non potrai sbagliare, costui è un imbecille! 
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Di solito vediamo solo i rapporti di causa ed effetto…
Ma sotto la superficie sta succedendo qualcos’altro:
seppur invisibile ai nostri occhi, c’è una complessa rete di connessioni.
Non appena riusciamo ad individuarla,
scopriamo che le nostre intenzioni sono legate a questa rete
che è più relazionale, olistica, feconda e legata al contesto
rispetto alla nostra esperienza superficiale
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La vera passione delle galline è il volo. La loro vera sfortuna, il loro cruccio più grande è quello di non saper volare. Riescono solo a fare al massimo qualche balzo ma di voli ad ali spiegati nell'azzurro del cielo, manco a parlarne. E’ veramente frustrante per loro, appartenere alla razza degli uccelli e non saper volare.


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Troppi galli cantano nel pollaio.

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Il Puillànime

           Incontro spesso gente che s'ingrassa con l'aria:                 
 "LEI NON SA CHI SONO IO!!!",
             tentando di sbrogliare la matassa mi chiedo: "Forse avrò incontrato Dio?".
Non fosse uguale al resto della massa
potrebbe intimidirmi la statura,
    ma guardo meglio e il dubbio si sconquassa:

è solo un pò di polvere futura.

Lei non sa chi sono io!
Quando una gallina tutta morta di paura
disse al gallo: "C'è una volpe dietro a quell'aiuola"
Lui rispose: "Non temere e continua a far le uova
quella volpe avrà paura, dal pollaio scapperà
io son forte e pure bello, sono un gallo e non un pollo
vado dalla volpe e le dirò..."
Lei non sa chi sono io!!
E la volpe lo guardò, gli rispose: "Sì, lo so...
Sei un cretino!"
E le penne gli strappò
Quando uno scimmione vide Tarzan di passaggio
disse alle altre scimmie: "Mi somiglia, però in peggio
ora questo qui lo fermo, gonfio i muscoli potenti
gli farò vedere i denti e lui sotto la farà!"
Poi gettando la banana lo fermò nella savana
e battendo i pugni gli gridò:
Lei non sa chi sono io!!
E anche Tarzan lo guardò, gli rispose: "Sì, lo so...
Sei un cretino!"
E un cazzotto gli mollò
Quando un re cattivo seppe di essere malato
disse a trenta medici: "Io devo esser curato!"
Ma non c'era medicina che potesse fare effetto
ed il re lasciando il letto su nel cielo se ne andò
Ma arrivando in Paradiso non lo fecero passare
ed allora lui s'incavolò
Lei non sa chi sono io!!
E San Pietro lo guardò, gli rispose: "Sì, lo so...
Sei un cretino!"
E all'inferno lo mandò.
MORALE
MEMENTO HOMO ,QUIA PULVIS ES ET IN PULVEREM REVERTERIS
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CAMPO GARA
Foto

SETTORE OSPITI
La pazienza
governa la carne
Rafforza lo spirito
Addolcisce il temperamento
Spegne il rancore
Estingue l’invidia
Sottomette l’orgoglio
Imbriglia la lingua
Trattiene la mano
Doma la tentazione
Sopporta il dolore
Ma non tollera gli imbecilli
A un ignorante si può far capire ch'egli è un ignorante; ma come fare a far capire a un imbecille ch'egli è un imbecille? 
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SETTORE VBC OROSEI
La forza mentale fa parte del carattere, non si può studiare a tavolino. Si è forti di testa se si riesce a rimanere sereni e divertirsi anche quando le cose non vanno bene, e se si riesce a non perdere mai la fiducia in se stessi e nel lavoro di squadra


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         ( DEDICATO AL " CORVACCIO " )
Lo iettatore è colui che porta sfortuna ed emana un influenza negativa.
Lo iettatore è una persona cinica, egoista, è evitato da tutti;
è magro e pallido, indossa pellami d’asino e puzza di letame giovane,usa occhiali da gufo,si intrufola dappertutto senza vergogna,parla e ride continuamente a sproposito.Evita gli specchi per non gettarsi addosso il malocchio ,compare all’improvviso in ogni luogo.

Per lo iettatore vengono adoperati gesti scaramantici per allontanare il suo “fascino malefico”.
 I più noti sono: toccare il ferro di cavallo o un semplice pezzo di ferro, il corno o il gobbo rosso di plastica nascosto nella propria tasca dei pantaloni, fare le corna, gettarsi chicchi di sale grosso alle proprie spalle quando il menagramo è andato via, dire formule propiziatorie, avere al collo una catenina che ha un ciondolo d’oro o d’argento ; inoltre non mancano gesti alquanto scurrili (come toccarsi le parti intime del proprio corpo…).Funziona bene ,anche , colpire con una mazza da baseball, lo iettatore , nello spazio compreso tra atlante ed epistrofeo.

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