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L’IGNORANTE
L’IGNORANTE
News pubblicata il 08-08-2015
L’ignorante puro è colui che nonostante l’evidenza macroscopica dei suoi errori e fallimenti persiste nel fare di testa sua, rigettando ogni altro disinteressato consiglio esterno. Questo soggetto è per definizione privo di forza di volontà, consapevolezza, e pratica la menzogna come fosse un’arte. È perennemente riverso su se stesso, occupato a tempo pieno alla ricerca di attenuanti che ne giustifichino i suoi comportamenti, atteggiamenti e scelte, temendo il giudizio altrui come la peggiore delle calamità. L’ignorante senza la volontà si muove dentro un labirinto di parole in virtù delle quali si prefigge, attraverso un’analisi introspettiva di natura opportunistica, di trovare una motivazione logica alla sua condizione di parassita della società. L’uomo senza la volontà è un essere monco, incompiuto che, all’azione e ai fatti, ha sostituito le attenuanti e l’auto-commiserazione al fine di prescrivere ed assolvere  la sua inettitudine fisica e morale e rendere legittime ogni debolezza, dipendenza e paura. Questo individuo, oltre ad essere un peso per la comunità, è un esempio negativo per il suo stesso nucleo famigliare che, per emulazione, assimilerà l’immagine distorta di un tale atteggiamento, come legittima e auspicabile.
L’uomo privo di volontà è incline al servilismo, alla diffamazione e al tradimento, tratti caratteriali di un’indole epurata da ogni oggettivo punto di riferimento, scale di valori e buon senso. Quest’uomo non è capace di veri sentimenti, ai quali, da esperto commediante logorroico, predilige una grottesca messinscena permeata di enfasi, costernata commozione e sentita preoccupazione.
Per questo tipo di individui in stato di dissociazione perenne, il confine fra la finzione e la realtà , viene azzerato, incorrendo, così, nel serio rischio di non sapere più distinguere l’una dall’altra. L’intelligenza è un valore che oggi in molti credono di possedere, peggiorando ulteriormente la loro condizione di somari. Furbizia non è intelligenza ma la sua contraffazione.
L’ignorante moderno è un individuo pigro, sia sotto il profilo mentale che dell’attività fisica, affetto da menzogna cronica e da un tipo di logorrea ad innesco automatico. La sua pigrizia è inversamente proporzionale alla quantità di parole che riesce ad emettere. L’ignorante puro riesce a parlare per ore senza un vero motivo razionale e razionabile. Atteggiamento tipico dell’ignorante, è quello di lamentarsi in continuazione per il troppo lavoro, per gli impegni che lo sommergono, per un’infinità di problemi inesistenti, per stanchezza, mal di testa, acidità di stomaco e cose del genere. In verità, è dedito all’ozio, al piccolo vizio e alla commedia. L’ignoranza, non è specifica caratteristica di una classe sociale ma nelle moderne società industrializzate, esprime la sua massima virulenza nella rappresentazione del potere politico, economico e mediatico.
L’ignorante è un “uomo preconcetto” per natura, condizione che gli deriva dal suo analfabetismo esistenziale.
Quest’uomo, affetto da “infantilismo patologico”, non è in grado di procurarsi il cibo, di scaldarsi, di produrre alimenti, di soffrire e di decidere. E’ privo della più remota forma di volontà, e come un infante egoista ed egocentrico, rifiuta ogni fatica fisica, responsabilità individuale e ragione di consapevolezza, essendosi consegnato, anima e corpo fra le grinfie del Sistema padrone. Un uomo monco, dunque, che interpreta alla lettera le indicazioni di un libretto di istruzioni che il Sistema gli consegna al momento della sua venuta al mondo. 
Le comodità che il Sistema ha messo a sua disposizione, lo hanno rammollito, fino a ridurlo ad uno stato di invalidità permanente. Etica, deontologia, morale e umanità, si sono in lui estinte per sempre, privandolo così della spiritualità; un essere completamente manipolabile, ricattabile e corruttibile.
Ignorante non è chi non sa scrivere e non sa leggere, ma chi non sa zappare, seminare e raccogliere. Ignorante è chi non sa interpretare il cielo, le onde del mare e il vento di maestrale. Perché ignorante, non è chi è stato, ma chi è.