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VBCOROSEI
MORIRE COMPLETAMENTE ( una storia quasi vera )
MORIRE COMPLETAMENTE ( una storia quasi vera )
News pubblicata il 15-07-2015
All’esterno le campane cessarono di suonare.
All’interno la campanella annunciò l'ingresso del vecchio sacerdote.
I fedeli si alzarono.
“ Seduti, seduti. State pure comodi ” disse l’uomo con la tunica.
Un silenzio incredulo nella chiesa si protrasse.
“Oggi non ci sarà omelia. Oggi parleremo della sorella fredda…la morte”.
Tutti i vecchi si grattarono i rattrappiti coglioni.
“ Noi non moriamo un preciso giorno della settimana, almeno non completamente.
Ogni conoscente che muore, fa morire una parte di noi.
Morendo un testimone del nostro passaggio, decede anche parte della nostra storia.
Noi periamo ad ogni sofferenza.
Spero di trapassare, definitivamente, quando sarete già  morti tutti. Solo, senza storia né memoria.
Non vorrei mai essere causa di un vostro dispiacere…miei cari fedeli”.
I vecchi si rigrattarono i rattrappiti coglioni.
Le donne si grattarono il seno sinistro.
“ Spero di non crepare completamente di domenica.
La domenica si deve stare in casa.
Seduti a tavola mangiando e bevendo vino rosso, per poi rimanere collassati sulle sedie, come coccodrilli piagnoni a contemplare i propri pancioni.
Oziosi, nel silenzio interrotto solo dal fastidioso rumore di noci frantumate.
La domenica è il giorno più felice, noioso ed inutile della settimana.
Non si può rovinare la domenica alla gente solo perché si è stati incapaci di schiattare qualche giorno dopo… o prima.
Giovedì è il giorno perfetto per morire.
Possibilmente verso le 15,30.
Il giorno del mio funerale mi auguro che ci sia un cielo cupo da mettere i brividi agli spettri.
La neve sarebbe perfetta. I funerali con il sole mi hanno sempre reso molto triste…vi prego non siate tirchi…almeno quel giorno siate caritatevoli ”.
Dopo ciò il prete scese dal presbiterio.
Guardò le facce inquisitorie degli osservanti e senza più nulla dire, dalla navata centrale, si diresse verso l’uscita.
Aprì il grande portone d’ingresso. Un piccolo fiocco di neve cadde sulla sua tunica buia.
“Oggi è il tempo ideale…peccato che sia domenica”.
Si sentì rumore di grattate.
Quella stessa sera il parroco, si recò alla locanda de “L’allegra perpetua ”, per bere una Sambuca, che divennero sette. 
All’uscita cadde come un salice rosso, rompendosi il femore.
Il giovedì seguente, alle 15,30, il parroco morì.
                     Era solo e c’era ancora la neve.